TOTI AUMENTA I COSTI DELLA POLITICA ANZICHÉ DIMINUIRLI

Non bastavano i due nuovi consiglieri Lauro e Senarega. Non sono stati sufficienti neppure i due nuovi assessori esterni Cavo e Giampedrone, promossi a esperti senza alcuna competenza specifica nelle rispettive materie. La rivoluzione di Toti per aumentare ulteriormente i costi della politica prosegue a passo spedito.

L’ultima “totata” supera anche la più vivida immaginazione: nella nuova maggioranza allargata sono pronti ad entrare tre nuovi sottosegretari. Una sorta di mini-assessori che potranno rispondere alle interrogazioni in aula, ma senza diritto di voto, a meno che non siano nominati tra i consiglieri. Ma, soprattutto, altri tre stipendi (seppur a metà) pagati coi soldi dei cittadini, ormai ridotti a bancomat permanente della giunta Toti, in barba ai buoni propositi sui tagli dei costi della politica.

Ad oggi, non è chiaro come saranno selezionati i sottosegretari e a quali criteri dovranno rispondere. L’unica cosa certa sono i costi aggiuntivi per la Regione. E altri soldi potrebbero essere spesi per allestire lo staff dei nuovi sottosegretari, nel silenzio di una maggioranza solitamente invece abilissima a trasformare ogni minimo provvedimento – anche il più modesto – in spot elettorale.

Questa volta, invece, stranamente non è stata fatta alcuna pubblicità della manovra. Nessun annuncio, nessuna dichiarazione, niente di niente. Forse non gli conveniva pubblicizzare troppo che al milione e 200mila euro che ci costerà il rimpastino del consiglio si aggiungerebbero altri 900mila euro di costi pubblici in 5 anni. In totale fanno oltre 2 milioni di euro di qui alla fine della legislatura. Alla faccia della spending review.

Alice Salvatore, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria