È evidente che il PD non ha mai aperto il regolamento. Pur tentacolizzando le poltrone regionali da innumerevoli lustri. Ieri in fretta e furia Paita & Co. ci hanno proposto di firmare un atto che non poteva essere sottoscritto, semplicemente perché era inapplicabile, facendo riferimento a un articolo avulso dal “caso De Paoli”. Il caso di specie si riferisce a situazioni avvenute durante Consiglio, ma De Paoli ha pronunciato la frase incriminata a margine di una commissione, non del Consiglio.
Dare corso alla (purtroppo) pretestuosa azione voluta dal PD significava far perdere tempo agli uffici per giustificare l’evidente inammissibilità del procedimento. Tempo perso significa costi all’Ente. Ma il PD viene inevitabilmente attratto come dalla scelta scorretta. In questo caso pur di fare notizia.
E il Pastorino errante che ha fatto? Valutando probabilmente la mediaticità dell’operazione si è accodato al PD.
Noi invece ribadiamo con forza che l’omofobia non si combatte fingendo indignazione e strumentalizzando impropriamente un regolamento.
L’omofobia, così come ogni altra forma di discriminazione, vanno combattute con l’onestà intellettuale e con proposte concrete. Non si faccia uso improprio e costoso di un regolamento per farsi belli di fronte ai propri elettori. Chiediamo piuttosto, tutti insieme, che il consigliere De Paoli si dimetta e con lui tutti gli eletti che hanno indagini per reati afferenti alle loro pregresse attività istituzionali. Rimarremmo davvero in pochi. Vediamo se il PD sostiene la nostra iniziativa.
MoVimento 5 Stelle Liguria