DAL CASCHETTO ALLA FELPA, LE MASCHERE DI TOTI CHE PRENDONO IN GIRO LA LIGURIA

Qual è il vero volto di Toti? Quello col caschetto anti-infortunistico mentre si aggira sul cantiere del Lotto 6, benedicendo l’ampliamento di una discarica dall’impatto ambientale senza precedenti? Oppure quello che si fa fotografare insieme agli operai dell’Ilva con indosso una felpa della Fiom, come una brutta copia di Salvini?

Dietro le mascherate del governatore toscano c’è tutta la schizofrenia e l’incoerenza di chi usa la Liguria come vetrina personale, non perdendo l’occasione per strumentalizzare le battaglie di cittadini onesti e lavoratori vessati da anni di malapolitica.

Non basterà una felpa ai dipendenti di Ilva Genova che dal 2009 attendono invano il rispetto dell’accordo di programma. Mentre è bastato un giorno agli imperiesi per capire chi è davvero Toti. Lo stesso che, della discarica di Collette Ozotto, è riuscito a dire: “Questa discarica ci porta verso il futuro”. Forse si riferiva al suo, non certo a quello di cittadini e residenti che in questi mesi hanno formato comitati spontanei per denunciare i gravissimi rischi per la salute delle persone, i danni al suolo e alla fauna, gli effetti devastanti che gli inceneritori hanno sull’ambiente, le conseguenze epidemiologiche e sanitarie incalcolabili.

Non lo diciamo noi, ma decine di studi medico-scientifici dei più autorevoli esperti italiani e mondiali. Ultimo in ordine di tempo, il “Position Paper” di Isde Italia dell’agosto scorso. Eppure l’alternativa esiste, economica, efficiente e praticabile in tempi relativamente ridotti: si chiama politica dei Rifiuti Zero, che permetterebbe di ottenere nell’arco di un anno solare il 65% medio di raccolta differenziata su tutto il territorio (più che raddoppiando i livelli attuali e rientrando appieno nei livelli imposti dalle direttive europee). Ma tutto questo Toti non lo sa, o finge di non saperlo, più preoccupato a difendere gli interessi di pochi che a tutelare la salute e la qualità della vita di tanti.

Quando vediamo il Presidente della Regione indossare una felpa della Fiom e ammiccare ai lavoratori, ricordiamoci che è lo stesso che per mesi è rimasto a guardare in silenzio l’Ilva mentre colava a picco, limitandosi a rimpallarsi le responsabilità con Tursi e la precedente Giunta Burlando.

La politica, quella vera, non si fa con le felpe e i caschetti, ma ascoltando la voce di cittadini, lavoratori, comitati e portandola all’interno delle istituzioni, come fa il MoVimento 5 Stelle.La Liguria non ha bisogno di maschere né di show, ma di ascolto del territorio e azioni concrete. Non è mai troppo tardi!

Alice Salvatore e Marco De Ferrari, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria