Martedì, in Consiglio regionale, interrogazione del MoVimento 5 Stelle sul caso
Su ARTE Genova è andato in scena l’ultimo teatrino del Partito Unico. Da una parte l’assessore regionale Scajola che chiede a gran voce 5 milioni al Comune, senza dire una parola su cosa intenda fare la Regione per risolvere il problema Arte; dall’altra il vicesindaco Bernini, che accusa Arte di utilizzare i proventi degli affitti per pagare gli interessi del mutuo contratto con la famosa operazione di cartolarizzazione avviata da Burlando nel 2011 e rifiuta, così, di ripianare il disavanzo.
Risultato? Né Doria, né tantomeno Toti, muovono un dito, in un gioco di rimpalli di responsabilità che lascia i residenti degli alloggi Arte abbandonati a se stessi, in balia dei debiti, del degrado e dell’assenza di manutenzione.
Per questo abbiamo depositato un’interrogazione, in discussione martedì, in cui chiediamo a Scajola di relazionare sul caso Arte e, in particolare, chiarire perché sin qui non ha attivato il fondo per la morosità, invece di continuare a rifiutare ogni discussione in Consiglio e votando contro la proposta del M5S di istituire una Commissione speciale d’inchiesta sul caso.
Il bilancio preventivo di Arte, approvato da Toti e Scajola, prevede per il 2016 un disavanzo di almeno 3 milioni di euro derivanti dalla cartolarizzazione, che rischiano di diventare 8 se l’azienda non riuscirà, come probabile, a vendere (o a svendere) parte del proprio patrimonio immobiliare.
Regione e Comune non possono più nascondersi. I residenti delle case popolari meritano che sia fatta al più presto chiarezza, così come lo meritano tutti i cittadini liguri che indirettamente rischiano di pagare un prezzo salatissimo per gli errori della vecchia politica.
Alice Salvatore, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria